Movimento No. 1
Occhi arborei: I segnali deboli
Movimento No. 1
Occhi arborei: I segnali deboli
OCCHI ARBOREI: I SEGNALI DEBOLI
La conoscenza del tutto che diventa coscienza
è limitata alla nostra sensibilità.
Se vogliamo percepire più del conosciuto
dovremmo imparare a cambiare le cose a cui diamo importanza.
L'ovvio a cui affidiamo le nostre verità ci inganna perché grida,
e le sue urla coprono ciò che un gruppo di sociologi francesi
chiamò i segnali deboli.
Questi segnali deboli sono solo scricchiolii in confronto alle ovvietà,
ma la somma di essi crea una sinfonia che ci permette
di cambiare totalmente il modo in cui percepiamo la realtà.
I segnali deboli o forti che siano, non sono né giusti né sbagliati.
Come tutti gli elementi del nostro universo essi Sono.
Siamo dunque noi ad attribuirgli un significato.
Questa capacità ancora non ci appartiene,
poiché nella società in cui viviamo il segnale forte
è ciò che orienta le nostre decisioni e comportamenti perché visto come la norma.
La conseguenza è la visione di un quadro impari e incompleto
il quale non fornendoci le risposte che servono a sostenere la realizzazione della nostra essenza ci orienta a vivere una vita non pienamente cosciente, ma velata, criptata nelle sue insidie.
I segnali deboli si propongono di aiutarci a decifrare il significato della nostra esistenza
sostenendo le nostre azioni verso una vita consapevole e
libera dai condizionamenti strutturali della società.
Possiamo imparare a cogliere i segnali deboli con strumenti come:
l'intuizione, la percezione, l'intelligenza e l'emozione.
La ragione può essere usata ma con cautela,
perché spesso senza che ce ne accorgiamo si lascia influenzare dalle convenzioni e
dalle sovrastrutture sociali rendendosi così inaffidabile
dato che sposta l'attenzione sul segnale forte.
La funzione primaria della ragione è aiutarci
a non perderci nei meandri dell'irrazionalità
mantenendoci in un equilibrio dinamico
il quale tiene conto anche dei nuovi elementi con cui entriamo a contatto.
Propongo di lasciarci trasportare da ciò che sentiamo
piuttosto che da quello che pensiamo
cercando di cogliere ciò che rappresenta questo segnale debole
espresso dagli alberi sotto forma di occhi.
Benedetto Magri
Tesio, 2022.
L’albero è il segnale Forte conosciuto da tutti. Il suo occhio è il segnale debole. Come per qualsiasi altra cosa c’è dunque una verità espressa e conosciuta, e una da ricercare. Se ti dicessi: “questo è un albero!” la tua vita non sarebbe di certo arricchita: di sicuro sai riconoscere un albero. Ma se ti dicessi che quell’albero con il suo occhio ti chiede se vuoi comunicare con lui, allora aggiungeresti alla conoscenza dell’albero come concetto anche il fatto che ha coscienza, e dopo aver realmente comunicato con l’albero il segnale debole diventa un attributo che useremo per descrivere un concetto più ricco di Albero.
scopri di piùI segnali deboli sono un formidabile e fondamentale alleato per costruire amore sulla terra.
Come dissi nel discorso al funerale di mio Papà, quando saremo morti ci verrà chiesto quanto abbiamo amato non per bisogno o per convenzione ma perché abbiamo avuto fede nella forza mutante dell’amore.
La fede è un segnale debole che come il vento si sente ma non si vede se non solo nel suo operato.
Anche il suo operato è un segnale debole, non è molto su cui basarsi ma quando si capisce la grazia del meccanismo diventa più che sufficiente per sostenere un’azione d’amore.
L’essere umano può usare l’intuizione per conoscere i segnali deboli. Per farlo bisogna entrare in uno stato di vuoto mentale dove dimentichiamo tutto ciò che già sappiamo e ponendoci la domanda cerchiamo di vedere la risposta. Questo strumento potente ci permette di trascendere lo spazio tempo per conoscere ciò di cui abbiamo bisogno di sapere per decidere saggiamente.
Peracque, 2022.
Sono abbastanza convinto che ascoltare solo il segnale forte comporti una grande sofferenza. La sofferenza è il motore delle domande esistenziali. Imparare a leggere i segnali deboli ci dà la possibilità di leggerci e, comprendendoci, il dolore diminuisce quasi istantaneamente.
scopri di piùSan Bartolomeo, 2022.
Il nostro spirito è un cristallo composto dalle esperienze di vita vissuta che proietta esteriormente ciò che interiormente abbiamo cristallizzato. Se dunque non ci piace ciò che proiettiamo, dobbiamo lavorare sul nostro cristallo. Il segnale debole è il nostro comportamento inconscio — non noto a noi — che rende pieno di sofferenza il film di cui siamo gli attori, chiamato Vita.
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